Gli operatori del mondo del gioco sono… indispettiti ed offesi. Chi ha paragonato o paragona i videopoker degli anni Novanta alle new slot, regolate dallo Stato, fa un errore enorme, grandissimo. Negli ultimi tempi alcuni giornali ed alcuni giornalisti hanno “passato” ai cittadini questa equazione: videopoker = slot machine. I gestori degli apparecchi da gioco si oppongono a questa “similitudine” poichè si sono più volte messi a disposizione dell’esecutivo e delle varie associazioni “anti ludopatia” per trovare soluzioni sul gioco d’azzardo patologico. Ovviamente, si ritengono “offesi” da questo paragone dato che i vecchi videopoker erano apparecchi totalmente illegali mentre le slot machine dei nostri tempi sono assolutamente apparecchiature da divertimento regolate dallo Stato e tutelate. Come ha dichiarato Raffaele Curcio, Presidente dell’Associazione Nazionale Sapar -che riunisce oltre 1500 gestori e produttori di macchine da intrattenimento- il gioco patologico è un grave disagio che danneggia oltre che il territorio ed i cittadini anche i gestori delle aziende del settore: è indispensabile una revisione di tutto il comparto, la sua riorganizzazione, la sua “distribuzione”.
Il “vecchio” gioco illegale contro “l’odierno” gioco d’azzardo pubblico e regolato dallo Stato. Continuando a “demonizzare” il gioco legale si corre il rischio concreto di convogliare i giocatori verso il sistema “illegale”, come appunto i videopoker di un tempo, verso “quel gioco senza alcun tipo di tutela” per i soggetti più influenzabili. Bisogna “educare” i cittadini al consumo, alla consapevolezza ed alla responsabilità, bisogna dare risposte ferme all’illegalità, bisogna controllare maggiormente l’online, bisogna proibire la pubblicità indiscriminata del gioco d’azzardo, sia sulla carta stampata che per televisione, pubblicità che può portare le persone a pensare che sia facile vincere o che si possa “risolvere i problemi della vita” giocando. Il gioco come soluzione ai disagi economici è utopistico, devono rendersene conto coloro che sperano “vincendo” in un miracolo… la fortuna miracoli non ne fa!!