Nel corso del 2013, Nevada, Dalaware e New Jersey hanno progressivamente aperto, seppur con delle differenze, il loro mercato interno al gioco telematico e visti i risultati incoraggianti sono già al lavoro per valutare la fattibilità di progetti interstatali di condivisione della liquidità. Nello stato del New Jersey, solo per citarne uno, dal loro lancio, avvenuto a novembre, i cinque siti autorizzati hanno fatturato quasi 9 milioni di dollari. Questo inaspettato successo (leggi maggiori entrate fiscali) ha suscitato l’interesse di almeno dieci stati che, si vocifera, introdurranno il gioco a distanza entro la fine di quest’anno.
Uno dei debutti più attesi, e al quale si guarda con particolare attenzione, riguarda la California. Il suo bacino di utenza, quasi 40 milioni di abitanti, fa gola a molti. Le potenti tribù indiane, titolari delle concessione per il gioco terrestri, sembrano molto interessate ad allargare il loro business anche in rete. Secondo le prime stime si ipotizza, infatti, che il gioco on line potrebbe fatture il primo anno circa 220 milioni dollari ed arrivare, in soli dieci anni, a sfiorare i 400 milioni.
A testimonianza del grande fermento intorno a questo fenomeno ci sono le numeroso proposte al vaglio delle varie commissioni statali competenti in materia. In Mississippi, per esempio, è stato rigettato un disegno di legge che avrebbe, di fatto, legalizzato il gioco nello stato del sud. Analoghi progetti sono in discussione in Louisiana, Pennsylvania, Massachusetts, Illinois, Iowa e Florida.