Ci vuole assolutamente una presa di coscienza. Bisognerà fermarsi a riflettere con coscienza sul gioco, su quello che provoca, sulle sensazioni che trasmette ai giocatori: è un dato di fatto che alcuni consumatori cercano l’adrenalina per trascorrere del tempo libero come per esempio gli sportivi che vanno in macchina a 300 all’ora per sentirsi bene oppure fanno parapendio, oppure fanno con gli sci evoluzioni che a volte mettono a repentaglio la vita. Dovremmo ripartire da questo, da queste sensazioni, per comprendere che anche il gioco “provoca” queste sensazioni, scatena adrenalina a mille quando si partecipa ad un videogioco che coinvolge, stimola tutti i sensi e ci mette in competizione con noi stessi.
Come mai nascono tante slot machine con storie avvincenti e come mai hanno tanto successo? La motivazione è sempre quella: si ha bisogno di “scaricare” il circuito nervoso con “emozioni” ed il gioco è una parte essenziale per arrivare a questo. Un ritorno alle origini per “avere e meritare un futuro” sostenibile. Il settore del gioco non può sparire, sarebbe uan sconfitta troppo pesante ed inciderebbe troppo sul nostro sociale e sulle risorse per il nostro Stato. Stanno persino ricomparendo i Cinebox, padre dei videoclip, che hanno fatto la loro comparsa in una sala VLT di Piacenza e che hanno coinvolto astanti e stampa suscitando non poca curiosità e portato la gente comune a visitare una “sala dedicata” con una visione più che positiva, proprio come dovrebbe essere l’intrattenimento. Non è l’unico segnale che si può trovare in questi giorni e che ci fa “riassaporare” il gioco come intrattenimento-divertimento: il ritorno che sta vivendo il flipper, grazie anche all’attività sportiva, sta riportando i ragazzi nelle sale giochi ed è il più antico dei giochi a moneta: è la prova che si può salvare ancora tutto il settore e cambiare rotta ripartendo dalle origini per costruire un futuro per il mondo del gioco assolutamente sostenibile.