La normalità del “gioco” è veramente utopistica? Giornali e televisioni hanno avuto indubbiamente la loro parte nel “raccontare” il mondo del gioco d’azzardo come un mondo basato su truffe ed inganni, come un mondo ricco, anzi ricchissimo basato su “dubbi affari”: qesto in pratica è ciò che è arrivato al cittadino comune e che da qui ha iniziato a guardare questo mondo in modo “ambiguo” con il quale però continua a convivere e continua a divertirsi. Sono le incongruenze dei “nostri tempi” mentre tutto il reparto del gioco non fa altro che cercare di crearsi un “posto nel sociale”, una normalità normale” e di farsi accettare per questo dallo Stato e dai cittadini. Il vero obiettivo quindi per l’industria del settore pubblico è quello di diventare un “settore normale” con “diritti e doveri” di un settore come qualsiasi altro. Sarà possibile? Quando si parla di gioco ci si allontana sempre di più dalla normalità…
Arrivare “alla normalità” per il gioco sarebbe un grande traguardo. Tante cose, in realtà, che riguardano il gioco non sono per nulla normali: il suo dilagare in modo eccessivo sino quasi ad essere fuori controllo da parte delo Stato, l’insistente discorso sul gioco patologico senza avere ancora in mano dati certi e reali su questo importante disagio, il discorso dei nostri politici che d aun lato vorrebbero che il gioco legale sparisse, ma dall’altro lo vogliono tassare sempre di più per ricavarne introiti per il nostro Erario sempre maggiori, la presa di posizione delle amministrazioni locali che concentrano sol ed unicamente sul gioco d’azzardo tutti i drammi del nostro “tempo” facendo allo stesso risalire tutti i guai che siamo costretti a vivere nel nostro sociale. Combattere con queste realtà sarà difficile per arrivare al traguardo della normalità…. ma il gioco ha il dovere di continuare a provarci e sopratutto ha l’obbligo di riuscirci!!!