La crisi globale ha avuto un impatto negativo sui casinò terrestri a causa della stretta sui consumi discrezionali, l’alto tasso di disoccupazione e la bassa fiducia dei consumatori nella ripresa.
Anche Macao, capitale mondiale dell’azzardo, dopo anni di crescita record ha iniziato a registrare leggere contrazioni nei ricavi. L’ex colonia portoghese, zona amministrativa speciale della Cina (come Hong Kong), l’anno scorso ha totalizzato 45 miliardi di dollari di ricavi. Tuttavia nel corso del 2014 i maggiori gestori di casinò hanno subito pesanti perdite in Borsa. Secondo gli addetti ai lavori la responsabilità è del rallentamento dell’economia cinese, dato che i giocatori d’azzardo che affollano Macao sono sopratutto ospiti danarosi in arrivo dal Continente. Ci sarebbe poi la concorrenza di nuove mecche internazionali del gioco d’azzardo, come le Filippine e il Giappone, dove gli stessi tycoon della zona amministrativa speciale hanno iniziato ad investire. Il calo del business nella città è da imputare, inoltre, al giro di vite anticorruzione ordinato da Xi Jinping, in corso da oltre un anno, che comincia a dare i suoi frutti visto che i grandi casinò sarebbero un’enorme lavanderia di denaro sporco che arriva dalla terraferma e un tramite per portarlo nelle banche estere. Due terzi delle puntate ai casinò di Macao dipendono infatti dai cosiddetti junket operator (operatori «giunca», dal nome della tradizionale imbarcazione commerciale che naviga in quelle acque), che portano i giocatori dalla Cina continentale e ne trasferiscono di fatto il denaro. Gli intermediari hanno un ruolo fondamentale, offrendo prestiti ai giocatori cinesi, che possono esportare giornalmente un massimo di 20 mila yuan in contanti (2.700 euro).
Chi vuole esportare valuta di non chiara provenienza, versa il contante agli operatori junket, i quali a loro volta ricaricano carte utilizzabili a Macao. A questo punto, è sufficiente qualche puntata al casinò, comprare articoli di lusso nei negozi locali e depositare il resto nelle filiali delle banche estere che sono presenti all’interno delle sale da gioco.
Questo meccanismo, degli anni, ha gonfiato sia le puntate a Macao – ed ecco spigati i record accumulati negli anni – sia la fuga di capitali dalla Cina. Per contrastare il fenomeno i casinò stanno intensificando i loro sforzi per attrarre giocatori dal mercato di massa diversificando la propria offerta: non più solamente roulette e slot machine, ma divertimento a tutto tondo, per attirare turismo di ogni tipo e trasformare la città in una destinazione turistica globale.