Questa volta si vuole trattare del “regime fiscale” di opzioni binarie in modo che tutti coloro che si apprestano ad affrontare questa “avventura” sappiano esattamente come si devono e possono comportare a livello fiscale.
Ormai si sa che le opzioni binarie stanno riscuotendo un grande successo anche da parte di chi non ha eccessiva esperienza, ma che si avvale di quella di intermediari certificati che guidano nelle scelte, che è l’aspetto più importante del trading con opzioni binarie.
Le opzioni binarie, richiedono molta attenzione, trattando denaro, e sono equiparabili ai contratti derivati: sono sul mercato dal 2008 e dalla loro “nascita” hanno incontrato molto successo dato che sono uno strumento speculativo idoneo a conseguire laute plusvalenze in brevissimo tempo. Sostanzialmente, opzioni binarie rappresentano una specie di “scommessa” su di un evento che se si avvera aumenterà il capitale investito con percentuali vicine al 90%, viceversa….
Da un punto di vista fiscale, sono riconducibili alle attività disciplinate dall’art. 67,comma 1,lettera c) del Tuir se percepiti da persona fisica e non da impresa, e sono soggetti a tassazione a mezzo dell’imposta sostitutiva. La base imponibile sulla quale viene applicata l’imposta è costituita dalla somma dei differenziali in relazione a ciascuno dei rapporti indicati.
Bisogna anche capire se il broker a cui ci si appoggia ha sede stabile in Italia o no: realisticamente la Consob non ha ancora autorizzato i brokers esteri ad operare in Italia con sede stabile e questo significa che tutto il trading è effettuato esclusivamente da brokers esteri con conti correnti esteri.
Questo significa, da un punto di vista fiscale, che le plusvalenze devono essere dichiarate direttamente dal trader attraverso il regime dichiarativo del Fisco Italiano.
I redditi ottenuti tramite opzioni binarie devono essere indicai nel quadro RT del modello Unico per persone fisiche e se ci si avvale di brokers esteri va aggiunto anche il quadro RW.