Una brutta “patologia negativa” dello Stato. Il continuare a “denigrare” l’intero comparto del gioco pubblico denigrandone quindi l’immagine che arriva ai cittadini non sarà diventato “una vera patologia” per i nostri politici? Sembra che i nostri politici, sia di destra che di centro che di sinistra, non abbiano nulla di meglio da fare in questo periodo (eppure di “carne al fuoco” dovrebbero averne parecchia da curare) che affrontare di petto qualsiasi cosa sia attinente il mondo del gioco lecito e non facciano altro che minarne la credibilità. Prima hanno “battagliato” contro le slot machine, comparto rigidamente controllato e gestito dallo Stato attraverso una fitta rete di gestori inquadrati in un albo professionale, poi con gli orari di apertura e chiusura delle sale da gioco -e le relative distanze di sicurezza dai luoghi sensibili- poi con la delinquenza che “gira attorno al mondo del gioco” e chi più ne ha…. più ne metta!
Come si spiega, ora, tutta questa negatività? Questa “patologica” guerra indiscriminata è sempre più difficile da spiegare, come è sempre più difficile spiegare ai “normali” cittadini perchè allo Stato ora non vadano più bene cose che negli anni scorsi “ha sempre tollerato”, permesso, acconsentito: lo Stato oggi, come allora, ha piena contezza e certamente certezza di ciò che avviene sulla rete del gioco pubblico. Il comparto è sempre stato rintuzzato, anno dopo anno, di nuovi giochi e nuove tasse, al solo scopo di rimpinguare le casse dell’Erario sempre desolatamente “piangenti”. Oggi bisognerebbe, quindi, guardare al presente e, possibilmente, al futuro: cosa che dovrebbe fare la nostra attuale politica, smettere con questa “patologia antipatica”, smettere di chiedere di “tagliare” il gioco e magari, anche indirettamente, prendere le giuste difese di tutto il settore visto che diversamente significherebbe andare “alla caccia” di almeno nove miliardi di euro che vengono “setacciati” da questo mondo così “denigrato”.