L’Unione Europea “unita” anche per il “gioco di squadra”. La maggior parte degli Stati dell’Unione Europea sta cercando di “armonizzarsi” per trovare soluzioni di tutela che possano salvaguardare i giocatori online, anche se l’impresa potrebbe risultare “titanica” ed estremamente complicata. Certamente, una maggiore armonizzazione non converrebbe a quei Paesi dove le leggi “hanno maglie larghe”, mentre sarebbe auspicabile per Paesi, come il nostro, dove la normativa esistente è già molto dettagliata e completa ed oltre tutto tale “armonizzazione” favorirebbe una concorrenza più sana e leale in tutto il settore. Vi sono importanti e sostanziali differenze tra vincoli di accesso al gioco online e di tutela per i giocatori in base ai Paesi in cui l’operatore risiede e questi agevolano veramente “troppo” le realtà straniere (i famigerati “.com”) accessibili anche per i consumatori italiani, a discapito però dei siti “regolari” che seguono le disposizioni dettate dalla normativa attualmente sul nostro territorio.
Una corretta informazione, sempre e comunque, per tutelare i giocatori. E’ necessario, quindi, un forte controllo da parte degli Stati Membri che dovrebbero assicurare, sopratutto, una corretta informazione sui siti dove si sceglie di giocare e che raggiunga “forte e chiaro” l’utente: nell’armonizzazione esiste un solo fattore di rischio da valutare, cioè che la ricerca ad ogni costo di un punto di incontro tra le varie realtà, che ancora oggi sono parecchio distanti, vada a penalizzare alla fine solo il giocatore, rischiando di “abbassare la soglia di tutela” in luoghi, come l’Italia, dove la tutela dei consumatori in questo momento, è già ben sviluppata. Ovviamente, la “guerra” nei confronti dei “.com” va combattuta, da tutti gli Stati, con “tutte le armi lecite” possibili, perchè costoro sono solo e soltanto concorrenza sleale per gli operatori onesti e “pericolo assoluto” per la buona fede dei giocatori: questo, in effetti, dovrebbe portare “l’armonizzazione”… un’arma in più contro l’illegalità.