“Mal comune, mezzo gaudio”: anche in altri Paesi il gioco (e ciò che lo movimenta) è in sobbuglio! Se si dovesse davvero vietare l’uso delle carte di credito del governo nei Casinò degli Stati Uniti, a seguito del recente scandalo che ha coinvolto il Pentagono, sarebbe un grande, grandissimo danno per il settore del gioco che si vedrebbe “ignorato” anche nelle diverse offerte proposte dai casinò. Certamente, quando si parla del mondo del gioco d’azzardo -in tutto il Pianeta- ognuno dovrebbe essere assolutamente responsabile dell’uso delle proprie carte di credito, ma la raccomandazione -in USA- di vietare quelle governative nei casinò è veramente preoccupante. La politica che vieta l’uso delle carte governative porterebbe ai casinò un grave danno: e non solo per quello che riguarderebbe il gioco in sé stesso, ma anche perchè si ignorerebbero molte spese legittime collegate alle strutture dei casinò.
Tante iniziative ed eventi sono collegati agli ambienti delle Case da Gioco perchè ambienti tecnologicamente avanzati. Con il diniego dell’uso delle carte di credito, per esempio, si limiterebbe di soggiornare in una camera d’albergo che faccia parte di un casinò, acquistare articoli di base nei punti vendita oppure frequentare i ristoranti all’interno delle Case da Gioco. E che dire poi degli eventi e convegni che vengono organizzati nei casinò poiché gli stessi offrono strutture di “ultima generazione”? Sarebbe economicamente uno “sfacelo” ed il settore ne subirebbe conseguenze tremende anche se il gioco da casinò in USA è un’industria americana da 240 miliardi di dollari che supporta 1,7 milioni di posti di lavoro e genera 38 miliardi di dollari in entrate fiscali che sono di importanza vitale per i governi statali e locali. Si spera, quindi, che l’industria del gioco non venga isolata poiché rappresenta una parte fondamentale dell’economia degli Stati Uniti: si spera che almeno laggiù venga rispettata per quanto “può fare e per quanto ha fatto” per la Nazione.
