Riflessioni sul gioco e su quello che “rende” e su quello che “prende”. Bisognerebbe partire da un concetto base: cos’è il gioco? La nostra “mente” se lo può permettere? E’ giusto che lo Stato ci guadagni? Quando riusciremo a rispondere a questi tre interrogativi…. senz’altro saremo più saggi e riusciremo a vivere meglio la nostra vita… divertendoci. Ora, assodato che il gioco è e deve essere divertimento, che la nostra mente “deve essere sempre libera di divertirsi” serenamente con qualsiasi gioco ci faccia stare bene, rimane il terzo interrogativo che riguarda i guadagni dello Stato sul gioco lecito. Sarebbe giusto che lo Stato guadagnasse equamente sul gioco, come peraltro guadagna su tutte le altre imprese come abbigliamento, calzature, alcoolici, sigarette… ma mettere un’altra tassa sul gioco, la cosiddetta “tassa di scopo” ci lascia un poco perplessi.
“Tassa di scopo” iniqua o no. Forse l’unica cosa che potrebbe “passare” per questa tassa è che gli importi raccolti dal gioco dovrebbero andare ai Comuni che si trovano a dover fronteggiare le spese sanitarie per sostenere le cure e gli aiuti per le persone che soffrono il disagio del gioco d’azzardo patologico e per la gestione del territorio che con il gioco qualche “problemino” sull’ordine pubblico ci si deve cimentare. Poi che la “tassa di scopo” sia proprio equa… non ci sembra: dicono alcuni politici, e eneanche pochi, che il gioco è “delinquenza”, gli operatori “senza scrupoli e senza credenziali” (sic!), il mondo dell’azzardo va contrastato, le sale da gioco andrebbero eliminate o quanto meno relegate in posti “assurdi”, ma lontano in ogni caso dai centri sensibili… però sul gioco lo Stato ci guadagna ed in più vuole aggiungere un ulteriore balzello fiscale. Dove sta la coerenza di tutti i politici e di coloro che dovrebbero “regolare saggiamente” e legalmente la nostra vita? Qualcuno l’ha vista?