Si tratta ancora di una notizia non ufficiale: la società di gambling milanese entro la prima metà del 2014 approderà a Piazza Affari. L’operazione dipenderà, ovviamente, dalle condizioni di mercato, ma, la volontà della proprietà, il veicolo lussemburghese Gaming Invest (GI), sembra chiara.
Gli azionisti della GI sono gli operatori di private equity Apax Partners (36,5% del capitale), Permira (36,5%) e Clessidra (20%), mentre la famiglia Molo, Glp (società di consulenza finanziaria) e il management hanno in mano complessivamente il 7%.
La Gaming Invest ha il controllo totale di Sisal Holding Istituto di Pagamento (Ship). Ship, a sua volta, detiene il 99,81% del capitale di Sisal Spa mentre il restante 0,19% è in mano ai 3.613 ricevitori della rete.
Sotto Sisal Spa ci sono le società operative: Sisal Point, Sisal Entertainment, Sisal Match Point, Sisal Bingo (incorporata in Match Point dall’1 luglio scorso), la britannica Thomas Morden Course (inattiva) e il 25,28% di Consorzio Promoippica, società in liquidazione.
Analizzando i ricavi, però, Sisal appare come una società diversa rispetto alle altre attive nel gaming. Circa il 45% del fatturato, infatti, è rappresentato dai sistemi di pagamento, i giochi a totalizzatore numerico, invece, pesano per meno del 20%, la restante quota è ripartito tra AWP, VLT e giochi online.
Sisal ha chiuso il 2012 con ricavi totali pari a 823,4 milioni di euro, un margine operativo lordo di 149 milioni e una perdita ante imposte di 37,1 milioni.
Il primo semestre di quest’anno è andato in archivio con ricavi pari a 392,4 milioni, un Ebit di 36,9 milioni (praticamente raddoppiato rispetto alla prima del 2012) e una perdita di 3,5 milioni.