Novità legislative di rilievo agitano l’Europa del gaming. In Portogallo è in corso una profonda revisione del mercato del gioco d’azzardo on line. La nuova bozza di legge per disciplinare giochi e scommesse on line ha superato il periodo di stand still iniziato in Commissione Europea il 4 settembre scorso e ritardato di un mese rispetto al termine previsto per dicembre a causa dell’invio di alcuni pareri circostanziati. I giochi previsti dalla nuova regolamentazione sono quelli da casinò, poker, slot e bingo virtuali, oltre a scommesse sportive ed ippiche su siti “.pt”.
Il sistema prevede l’assegnazione di licenze, per un periodo iniziale di tre anni, rinnovabili, per tutti gli operatori che rispondano ai requisiti di idoneità e capacità tecniche e finanziarie. Tra gli altri requisiti, anche l’apertura di un sito web con dominio “.pt”, e la garanzia per un’offerta di gioco sicuro, con protezione e riservatezza dei dati dei giocatori. Richiesto anche il divieto di accesso ai siti di gioco on line per minori e gruppi socialmente vulnerabili. Sarà possibile pubblicizzare i propri prodotti, ma con limitazioni per garantire la protezione dei minori.
La tassazione varierà dal 15% al 30% per i giochi on line e le scommesse ippiche, mentre per le sole scommesse sportive andrà dall’8% al 16%.
È proprio il regime fiscale previsto per le scommesse sportive on line ha suscitare le maggiori perplessità negli addetti ai lavori. Questo comparto genererebbero un aumento delle entrate pari a 20 milioni di euro fino al 2018, se le tasse fossero calcolate sul Gross Gaming Revenue – GGR (le entrate di gioco lorde, ndr). Questa è la conclusione presentata alla Commissione per l’economia e lavori pubblici del Parlamento portoghese in uno studio sviluppato per la Remote Gambling Association (Rga) da PricewaterhouseCoopers (PwC), network internazionale che fornisce servizi professionali di revisione di bilancio, advisory e consulenza legale e fiscale.
Per sostenere lo studio “Regolamentazione delle scommesse sportive in Portogallo”, PwC ha raccolto e analizzato i dati relativi ad altri Paesi europei, secondo i regimi tributari applicati in ciascuno di essi e il corrispondente comportamento del mercato, con particolare riferimento alle entrate fiscali.
Secondo la ricerca, il regime fiscale previsto scoraggia la richiesta delle licenze e l’arrivo di nuovi operatori mantenendo i giocatori in un mercato non regolamentato. Per lo Stato tutto ciò si tramuterà in un minore gettito erariale rispetto a quanto preventivato.
In queste condizioni la capacità di attrarre fornitori e clienti dal mercato “grigio” a quello regolamentato è minima. Secondo lo studio di PwC , inoltre, l’attuale regime fiscale danneggia i consumatori perché un mercato non regolamentato non garantisce nessun tipo di protezione giuridica agli scommettitori. Non ci sarà, d’altra parte, nessun controllo su potenziali comportamenti compulsivi, contrariamente a quanto accade nel gioco tradizionale e nel mercato regolamentato di altri Paesi.
