Il gioco e la sua sopravvivenza difficile e… tortuosa. Non vi è dubbio alcuno che le varie “restrizioni amministrative” volute nei confronti del gioco lecito -a sicuro vantaggio del gioco illegale- abbiano costretto aziende del mondo-gioco a chiudere ed “auto-eliminarsi” dal mercato: troppe norme ed orpelli per le aperture di nuove sale da gioco lecite e veramente troppe “ristrettezze operative” che non danno la possibilità, a chi crede nell’attività del gioco d’azzardo, di proseguire. Ora, qualora non fosse stato fatto abbastanza, anche il parere della Commissione Affari Sociali della Camera sul decreto legge esercizi commerciali che prevede una limitazione nei giorni festivi all’apertura dei locali che offrono gioco: Sembra “veramente buffo” credere che il nostro Esecutivo voglia risollevare le sorti degli esercizi commerciali… dando la possibilità di stare aperti nei giorni festivi solo a quei bar dove esiste un centro di raccolta internazionale di puntate sportive, un totem, un tablet per l’azzardo online, un torneo di poker -ed annessi e connessi-: quegli esercizi che hanno slot legali… invece devono chiudere. Se non è discriminazione questa!
Lo Stato vuole ancora il “suo gioco lecito” oppure no? La realtà del nostro Bel Paese è che si vorrebbero far sparire le “slot legali e lecite”, ma non si ha neppure il coraggio di abolirne “l’esistenza” in modo chiaro ed espresso, ma solo con talune “sevizie legislative” di alcuni Parlamentari che pensano in “cuor loro” di risollevare la vita della nostra Italia dando battaglia al gioco lecito che loro stessi -Parlamentari ed Esecutivo di ora come di allora- hanno contribuito a creare e mettere sul “mercato”: è certamente una delle incongruenze più chiare di questi ultimi tempi, peccato che a farne le spese siano tante “aziendine” oneste del settore che hanno creduto ed investito “profumatamente” nelle proprie imprese, seguano le regole imposte e paghino altrettanto “profumatamente” le tasse relative…