Vi ricordate “Mettiamoci in gioco”? La più grande e famosissima campagna italiana di sensibilizzazione contro il gioco patologico in cui prendono parte tantissime associazioni e sindacati. Ultimamente a fare parlare di sé non è stato solo per merito delle sue bellissime iniziative che ha coinvolto tutta l’Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica contro la ludopatia ed il gioco minorile, ma anche per merito di una gigantesco scandalo a causa di una scelta poco felice riguardo ad una frase scritta nell’ultimo protocollo d’intesa sottoscritto. Vi faccio un esempio per farvi capire meglio il perché dello scandalo. Dunque pensate un attimo se ipoteticamente tutte le associazioni contro l’alcolismo siano d’accordo con le Aziende che producono e vendono alcol per fare insieme una grande campagna di sensibilizzazione contro l’alcolismo. E provate a pensate anche che, sempre ipoteticamente, insieme stabiliscono con un accordo di abolire la parola alcolismo nelle loro campagne perché secondo loro è un termine piuttosto brutto e di sostituirlo con un termine molto lungo aggirando la parola “alcolismo” in questo modo: “Campagna contro i rischi derivanti dalla scorretta assunzione di bevande con etanolo superiore al 22%”. Non vi verrebbe da ridere leggendo questa frase?
Ebbene forse molti di voi ancora non lo sanno ma è proprio quello che è successo nel settore del gioco d’azzardo (scusate se ho utilizzato il termine gioco d’azzardo). Eh sì perché è proprio quello che è successo ultimamente in un protocollo d’intesa tra le associazioni che hanno aderito alla campagna “Mettiamoci in gioco” e le associazioni che uniscono molti imprenditori del settore dei giochi. Infatti di comune accordo in un ultimo protocollo hanno deciso di sostituire il termine “gioco d’azzardo” con “Gioco con alea con posta in denaro”. Appena questo protocollo è stato pubblicato in molti si saranno sicuramente si saranno messi a ridere, altri invece hanno gridato a gran voce “scandalo”, soprattutto molte associazioni che combattono ogni giorno il gioco patologico insieme a quello minorile annunciando di prendere le distanze da tale pagliacciata. Ma ad essere molto di più attapirata è stata Daniela Capitanucci di Alea avendo dichiarato che non sapeva proprio nulla di tutto questo.
Diciamo che è un po’ come se le Aziende di alcolici provino ad inculcare l’idea ai consumatori che si rischia l’alcolismo soltanto ed esclusivamente se si bevono prodotti senza una regolare licenza. Dunque forza ragazzi, mi raccomando non bevete alcolici con etanolo superiore alla legge ma strafogatevi con gli alcolici italiani che sono a norma e fanno bene! Allo stesso modo “Mettiamoci in gioco” è un po’ come se vi dicesse evitate il gioco illegale perché fa male e prosciugatevi tranquillamente il vostro portafoglio giocando ai giochi legalizzati. Ecco perché questa frase pubblicata su questo ultimo protocollo ha suscitato tutto questo grande scandalo.
Subito dopo è arrivata una precisione da parte di Mettiamoci in gioco che attraverso un comunicato stampa ha cercato di difendersi scrivendo che “Non c’è stata nessuna alleanza con i concessionari di Confindustria e che la clausola che ha suscitato la polemica è stata introdotta solo per garantire le parti dal rischio di strumentalizzazioni reciproche.
A quanto pare però queste dichiarazioni poco importano all’Auser, una delle associazioni che hanno aderito a Mettiamoci in gioco, dichiarando che se questa campagna andrà avanti la abbandonerà, e chissà forse anche le altre associazioni faranno lo stesso.