Macao, paradiso del gioco d’azzardo, visitato ogni anno da 29 milioni di persone, deve adesso far fronte alla rivolta dei croupiers che lavoro nei suoi mega casinò. I dipendenti della più grande catena di sale da gioco sono scesi in piazza per rivendicare l’aumento salariale del 10%. I cinesi hanno aperto le porte ai giganti americani del settore e in un decennio i profitti sono esplosi. Nel 2013 i ricavi della capitale mondiale del gioco d’azzardo sono saliti del 18,2% sul 2012. Una manna che gli impiegati delle case da gioco vogliono un po’ anche per loro dal momento che l’afflusso di investimenti ha generato una pesante. Sulle ineguaglianze sociali è nato un movimento di contestazione sociale anti Pechino che denuncia anche la collusione fra le autorità e i grandi gruppi del gioco d’azzardo. La roulette è un affare politico quando il settore del gioco costituisce l’87% del PIL.