Il “richiamo” del nostro “bel Matteo” agli investimenti esteri. L’obbiettivo del premier Renzi, per riassestare questo nostro Paese, è quello di attirare gli investimenti stranieri sul nostro territorio, invertendo la rotta rispetto agli ultimi anni e quindi tornare a crescere e, perchè no, ricominciare a “dettare legge” commercialmente. L’Eurispes, Istituto di Statistica di Bruxelles, ha reso pubblici gli ultimi dati fotografando la situazione italiana ed ha spiegato che nel 2012 i nuovi capitali arrivati dall’estero sono scesi del 72%: da qui il “piano Renzi” con il rilancio che passa dalle privatizzazioni di Fincantieri, Poste, Enav e la società delle reti Cdp che controlla Snam e Terna. Un piano senza dubbio ambizioso sostenuto principalmente dal fatto che la nostra Italia “soffre” una situazione di recessione da più di un quinquennio e, quindi, i prezzi sono più che vantaggiosi per gli investitori esteri che intendono proporsi sul mercato italiano.
Prezzi “stracciati” per gli investimenti a causa della recessione. L’idea di Renzi della privatizzazione è bella, ambiziosa, di impatto: peccato che il nostro Capo del Governo non si applichi così anche per quanto riguarda il settore del gioco pubblico dove le politiche adottate sembrano indubbiamente andare nella direzione contraria rispetto alla valorizzazione del comparto e delle aziende che lo compongono. Senza aver paura di ripetere un discorso già fatto, si ricorda la proposta “della famosa sanatoria new slot” (la definizione concordata del contenzioso tra i concessionari di gioco e la Corte dei Conti) che deve essere considerata solo una assoluta sconfitta per il nostro Paese ed una resa sul fronte delle politiche economiche, con lo Stato che in pratica si “è arreso” ed ha “rinunciato” agli investimenti non solo esteri, ma anche interni, scoraggiando anche quei pochi superstiti investitori che avevano continuato a scommettere sul nostro Paese e, quindi, ad investire anche nel settore del gioco, settore che fino a poco tempo fa “attirava” capitali stranieri.