Il mondo del gioco è stato “spennato”. E’ chiaro a tutti, benpensanti e non: il mondo del gioco d’azzardo è stato inventato, sfruttato, spremuto, ridimensionato ed ora se qualcuno vuole ancora risorse per “covare nuovi fondi” dovrà rendersi conto che “la gallina dalle uova d’oro” -il mondo del gioco- è stata spremuta sino all’osso e, difficilmente, dalla stessa si potrà estrarre altro materiale “aureo”. E’ una brutta notizia per il nostro Erario, ma è una cruda realtà messa a disposizione, nelle cifre, dall’Agenzia dei Monopoli laddove dichiara che circa 24mila azienda della filiera delle slot machine hanno dichiarato forfait e non si ha, quindi, a che fare con “quei fiumi di danaro” in tasca alle imprese, ma si è di fronte ad un chiaro “collasso” del settore. Si è continuato a spremere, con tasse e balzelli, le aziende della filiera rilasciando concessioni e licenze da un lato, e dall’altro ponendo poi restrizioni oppure mettendo in condizioni le Regioni, i Comuni e le varie Amministrazioni di mettere in atto normative limitative alle varie attività “ludiche”.
La Legge Delega e la ristrutturazione del gioco: quando? E si farà? Anche i vari provvedimenti di ristrutturazione preannunciati tardano ad arrivare e non si vuole indagare se per scelta oppure per qualsivoglia carenza: la realtà è che lo Stato -e di conseguenza l’Erario -non può fare a meno delle risorse del gioco, ma non vuole continuare ad essere considerato come lo Stato “biscazziere” e perdere, anche in credibilità. La speranza, pertanto, è che la discussione politica avviata attraverso la Legge Delega serva a concretizzare una discussione seria ed approfondita che possa portare a risultati preziosi per la definizione di tutte quelle soluzioni che potrebbero ristabilire un comparto nel quale operano tante, tantissime risorse che hanno trovato lì collocazione e sicurezza dove sicurezza, in tutti i settori, non esiste: neppure della nostra politica… neppure nel nostro Governo.