Lo chiamano “il casinò low cost” e secondo il Wall Street Journal è la vera rivelazione di Macao, la patria del gioco d’azzardo cinese.
L’ex colonia portoghese fattura ormai con i casinò sette volte più di Las Vegas ed è passata dai 3 miliardi di dollari del 2002 ai 45 del 2013. Tuttavia i margini maggiori li farebbe il Kam Pek, una specie di discount del gioco d’azzardo.
Si tratta di casinò dove puoi giocare cifre bassissime, i drink te li paghi da solo e al massimo ti offrono un po’ di pesce fritto e una stanza per fare un riposino. Il Kam Pek attira circa 13 mila giocatori al giorno che generano un fatturato di circa 13 milioni di dollari al mese.
A favorire questa nuova idea è stata la decisione di quasi tutti i casinò di Macao di alzare la puntata minima per tavoli “non-vip”, passando dai 50 ai 130 dollari di media.
Il Kam Pek è riuscito ad intercettare la moltitudine di giocatori esclusi offrendo puntate minime da 2,5 dollari. Un modello già visto anche a Las Vegas e che porta sempre la firma del Paradise Entertainment, la grande compagnia che sta dietro al casino low cost di Macao.
Inoltre, visto che il costo del lavoro a Macao è schizzato alle stelle, il Kam Pek ha deciso di puntare tutto sulla tecnologia eliminando il problema alla radice. La soluzione è una sorta di videogioco, che permette a otto croupier – anziché a 100 – di gestire ben 900 clienti. Gli operatori sono ripresi mentre pescano di continuo carte (i croupier non compaiono mai in video, ma si vede solo il gioco sul tavolo) che i giocatori vedono su terminali personali, da cui si scommette. Si perde un po’ di fascino, ma la soluzione è molto efficiente.