Populismo e demagogia. La disoccupazione dilaga, i nostri giovani anche se laureati o diplomati sono “a spasso” e non riescono a vedere “la luce in fondo al tunnel”, le imprese straziate a volte anche da eventi “naturali” e non solo da quelli “fiscali” sono costrette a chiudere, a fallire, oppure a ridimensionare la “forza lavoro”….sembra che nessuno abbia le idee chiare sul da farsi ed ognuno “tira l’acqua al proprio mulino” senza preoccuparsi del “mulino altrui”… Questo è il sociale che si rappresenta quotidianamente: l’unica cosa su cui tutti, diciamo tutti, sono d’accordo è che sia il settore del gioco ed i suoi operatori la causa “demoniaca” di tutto ciò. I nostri politici hanno tanto “materiale” sul quale impegnarsi, prima di tutto la riduzione delle spese della politica, ma mettono in agenda prima di tutto “il gioco” e la “sua emergenza” e tutto il resto… aspetta e noi pazientemente anche.
Aspettiamo uno spiraglio di luce. Tutto il comparto del gioco è in attesa che il nostro Governo faccia veramente qualcosa, che una volta per tutte faccia sentire “la sua voce”. Crediamo sia giunto il momento di “cambiare rotta”, di mettere fine a questo vortice impazzito di accuse e di bugie nei confronti del mondo del gioco, di attacchi veramente meschini che non fanno altro che mettere il settore in ginocchio e, quindi, in mezzo ad una strada le persone che con esso investono e lavorano. Bisogna affrontare in modo concreto e con serietà le problematiche che ci sono costruendo un comparto del gioco sostenibile e “vivibile” e traendo dallo stesso ingressi interessanti per l’Erario e per le risorse umane che il mondo del gioco può impiegare ed impiega: il gioco, e la sua regolamentazione, in altri Paesi è una realtà consolidata che convive in “modo sano” con i cittadini e le altre imprese. Perchè da noi è sempre tutto così complicato?