Gioco legale e gioco illegale: la battaglia deve continuare

Le “cifre” sul gioco. In occasione del convegno romano sul match fixing il Presidente di Confindustria Sistema Gioco Italia ha reso noto le cifre relative al “giro di affari” del gioco: legale circa 80 miliardi, illegale più di 21 miliardi, online più di 1,5 miliardi. Come si può notare il volume del gioco al di fuori dei canali legali è ancora estremamente alto e la lotta contro l’illegalità intrapresa circa dieci anni fa non è ancora terminata, anzi deve essere ancora più pressante, dura e non lasciare “scampo” a questo mondo non regolare che tanto male può fare agli imprenditori legali che sottostanno a regole, normative, fiscalizzazione, divieti a favore di coloro che dell’illegalità fanno il proprio “guadagno” non curandosi certamente della tutela dei giocatori, della serietà di quanto sottopongono, e della certezza delle vincite.La “battaglia” deve continuare. Questo “quadretto” non è buono né bello: dieci episodi “sospetti” sono stati segnalati grazie al software dei Monopoli di Stato e questo ancora di più fa comprendere quanto la “battaglia” contro l’illegalità sia ancora aperta e debba assolutamente continuare. Non devono esserci più dubbie interpretazioni e forse è arrivato il momento di proporre una tassazione di scopo sul gioco, destinando le tasse a sostegno di opere benefiche, per lo sport o il sociale con vincoli di destinazione per i soldi che si incassano. Le associazioni quindi che affiancano gli operatori del gioco legale garantiscono, come hanno sempre garantito, il massimo impegno e collaborazione come è successo nel Torneo di Viareggio in cui gli operatori autorizzati hanno aderito alla richiesta di non accettare scommesse: bisogna evidenziare a questo punto il valore degli operatori legali e serve proprio definire una volta per tutte a livello legislativo chi può operare e chi no, chi deve e può fare chiarezza. Il rischio che si corre, è che…. il “banco salti” e con tanto rumore!