Sarà difficile per il Governo fare delle “buone scelte”? La storia del gioco d’azzardo intervenuta in questi quindici anni dovrà serenamente essere valutata e stimata, dai fatti positivi ai fatti negativi, ma dovrà essere solo storia e non per forza essere un modello od una via sulla quale proseguire il cammino. L’esperienza deve insegnare, deve far riflettere, ma il Governo -e solo lui senza i componenti dell’industria del gioco in quest’occasione- dovrà decidere la strada da percorrere con il gioco lecito. Dovrà deciderne la distribuzione e, quindi, la presenza sul territorio, dovrà intervenire sulla tutela dei giocatori e dei minori, sulla tutela della collettività. Dovrà studiare l’adozione di una disciplina che organizzi l’offerta del gioco d’azzardo e la prevenzione di fenomeni distorti collegati al gioco legale, la cura della patologia che a volte ne deriva ed il sostegno alle famiglie coinvolte in questo pesante disagio.
Anche se siamo in una situazione “confusa” lo Stato non lo deve essere. La prima decisione forse è stata presa dall’Esecutivo: il mondo del gioco d’azzardo pubblico deve esistere nel nostro Paese e gli obblighi che ne discendono dovranno essere inquadrati nell’ottica di tutela della salute pubblica e dovranno essere basati sull’obbligo “per tutte le parti” di adoperarsi per “limitare i danni” prodoti da questa attività autorizzata dallo Stato, con metodi di verifica in essere già da tempo all’estero. La promozione della salute passa prima nell’adozione di stili di vita sani e poi nell’evitare comportamenti a rischio che non riguardano solo il gioco d’azzardo, ma anche l’alcool, la droga, il fumo, i cibi grassi o troppo zuccherini: la politica ha e deve avere un grande margine di azione nel dettare le linee guida a questo riguardo. Deve orientare i cittadini verso stili di vita più salutari per prevenire il più possibile l’insorgere di patologie… e non solo della ludopatia, ovviamente.