Quello che, forse, “vorrebbe” il Governo. Il Governo “vuole” riorganizzare le disposizioni che regolano la materia del gioco pubblico, “vuole” che la Legge Delega tenga conto di ciò che ha stabilito la Commissione Europea a livello comunitario, “vuole” che si rivedano gli aggi e le tasse erariali, “vuole” che si rivedano le concessioni relativamente ai modi e tempi in cui sono state rilasciate, sembra infine che “voglia assolutamente” mettere mano al mondo del gioco d’azzardo lecito e “voglia” ridisegnarlo, una volta per tutte nel modo più corretto. Che sia, quindi, arrivata finalmente l’ora del “codice dei giochi”? Tutti gli operatori del settore e gli esercenti, i concessionari e le aziende che investono, ed hanno investito in questa attività commerciale “sperano che finalmente sia vero” l’interesse del Governo e che “sia vero” che dall’art.14 della Legge Delega scaturisca qualcosa di positivo. Sono stati investiti tanti quattrini da parte di tanti investitori e tutti, proprio tutti, attendono… qualcosa finalmente di “buono”.
I “pilastri” su cui si fonda la Legge Delega. In realtà, la Legge Delega è fondata su “pilastri” importanti ed essenziali: prelievo erariale sui singoli giochi, introduzione di un titolo abilitativo unico all’esercizio dell’offerta di gioco, revisione degli aggi e compensi spettanti ai concessionari (ed annessi e connessi) legati ai volumi di raccolta, riordino e rafforzamento della disciplina in materia di trasparenza e di requisiti di onorabilità dei soggetti che controllino o partecipino al capitale delle società concessionarie del gioco pubblico. Ulteriore pilastro, importantissimo, la revisione della disciplina relativa alla qualificazione degli organismi di certificazione degli apparecchi da intrattenimento e la responsabilità di tali organismi per i casi di certificazione non veritiere. Questo è un pilastro importantissimo per lo svolgersi regolare del “gioco” considerando “quanto” in questo settore “gira”. Se tutto fosse “vero” e tutto attuato come previsto dalla Delega sarebbe la “vera rinascita” del mondo del gioco lecito: c’è da aspettarselo veramente?