Si va progressivamente delineando il nuovo scenario nel settore del gaming terrestre in Giappone. Dopo le prime indiscrezioni che indicavano nel 2019 la data presunta di inaugurazione della prima sala da gioco, nei giorni scorsi sono trapelate altre informazioni ancora non ufficializzate dalle autorità nipponiche. Per la gestione del nuovo mercato, potenzialmente il secondo al mondo, il Giappone si vorrebbe dotare di una authority indipendente, sul modello di quella del Nevada e di Singapore.
La maggiore preoccupazione che affligge il Governo e l’opinione pubblica riguarda, infatti, il rischi di infiltrazioni mafiose all’interno del settore. Per contrastare il fenomeno, il progetto di legge prevede un rigido impianto normativo incentrato sulla verifica dell’adeguatezza dei candidati. In particolare, verranno effettuati rigorosi controlli sulle persone e sulle società coinvolte nel business, sulla falsa riga delle verifiche che esegue il Nevada Gaming Control. Ad esempio, amministratori e dirigenti saranno tenuti a fornire, per se stessi e per i propri familiari, informazioni bancarie e fiscali degli ultimi dieci anni. Per contrastare il fenomeno della corruzione, inoltre, è stato previsto che la nuova authority non dipenderà da nessun organo di natura politica. Come se non bastasse, saranno poste in essere severe norme per evitare il fenomeno dell’amakudari, ovvero il ricollocamento dei funzionari ministeriali in congedo in posti di comando delle società concessionarie.