Nel 2014 il settore dei giochi ha chiuso il bilancio annuale in flessione. Si scende a quota 82,7 miliardi in calo del 2,3% rispetto all’anno precedente. Una contrazione che ha riguardato un po’ tutto il settore fatta eccezione per le scommesse, che hanno chiuso con un volume di gioco di 5,3 miliardi (i Mondiali di calcio sono stati decisivi), e per il Lotto (6,5 miliardi di euro). Slot e videolotterie, invece, hanno raccolto giocate per un totale di 47 milioni euro, ovvero circa 800 milioni in meno rispetto al 2013 e 3 miliardi in meno rispetto al 2012. Seguono i Gratta e Vinci (9,2 miliardi) e il comparto del gioco online che ha generato volumi per 12,4 miliardi tra giochi da casinò e poker.
Ciascun gioco prevede una ridistribuzione degli incassi tra il giocatore, lo Stato, il concessionario e gli esercenti. Tuttavia, questa ripartizione non è uguale per tutti i giochi. Ad esempio all’Erario va circa il 30% del Lotto ma solo il 15% della raccolta del 10eLotto. Va quasi il 55% della raccolta del Superenalotto ma solo il 23% del WinforLife. L’ippica ha diverse varianti e mediamente il prelievo totale è prossimo al 20% della raccolta. Il Bingo ha, invece, un prelievo complessivo del 12% della raccolta, corrispondente al 40% della spesa del giocatore. Per finire, le scommesse sportive hanno avuto nel 2014 una tassazione pari a poco meno del 4% della raccolta, la cui traduzione, in termini di aliquota sulla spesa, varia tra il 20% ed il 40%.
Questo eterogeneo impianto fiscale, secondo il Bollettino di gennaio-dicembre 2014 pubblicato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha generato nel 2014 entrate (che includono varie imposte classificate come entrate erariali sia dirette che indirette) per 11,9 miliardi di euro (+534 milioni di euro, pari a +4,7%). Considerando, invece, le sole imposte indirette, il gettito delle attività di gioco è stato di 11,5 miliardi (+569 milioni di euro, pari a +5,2%). Guardando ai singoli giochi la crescita più importante dal punti di vista erariale l’ha registrata il Lotto con un incremento sul 2013 di 539 milioni, pari quasi al 9%. Molto più contenuta quella degli apparecchi che crescono di 114 milioni. L’imposta sugli spettacoli e sulle case da gioco è diminuita, invece, di 4 milioni (-9,3%).
Nonostante il 2014 abbia chiuso con un segno positivo, il nuovo anno non sembra essere iniziato con lo stesso segno. Le entrate totali sono risultate pari a 909 milioni di euro (–103 milioni di euro, pari a –10,2%); considerando solo le imposte indirette, il gettito è stato di 884 milioni di euro (–104 milioni di euro, pari a –10,5%).Nel periodo considerato, secondo i dati di competenza, con soli 197 milioni rispetti ai 400 del 2014 si riducono del 50,8% le entrate provenienti dagli apparecchi da gioco compensati da una crescita del 19,5% dei proventi derivanti dal gioco del Lotto (al netto delle vincite). Si riducono, invece, del 15% anche le entrate derivanti da altri tipi di gioco che si fermano a 34 milioni. Indubbiamente a determinare questa contrazione le norme inserite dalla legge di Stabilità e l’attesa per la nuova regolamentazione del comparto giochi attraverso la delega fiscale che stanno determinando nel settore una sensazione di forte incertezza e instabilità.
Nonostante il 2015 sia iniziato in affanno, l’industria del gioco rimane per lo Stato un affare del tutto vantaggioso sopratutto in tempi di crisi. Basti pensare che per “soli” 274 milioni di euro nel 2014 si è evitata la procedura per deficit eccessivo che avrebbe costretto il governo Renzi a nuove e pesanti correzioni di bilancio con nuovi pesanti tagli sia ai servizi che alla nostra già disastrata economia.