Tante voci, tante idee… un unico (triste) scopo. Dalle righe del “bozzone”, alla Legge di Stabilità, ai vari discorsi esternati dai “tecnici” del Ministero Economia e Finanza, emerge chiaro ed incontrastato un solo ed unico scopo: l’eliminazione definitiva della figura del “gestore”. Sembra, in effetti, che questo sia considerato l’unico problema del gioco lecito e viene descritto come un soggetto che “non avrebbe mai avuto alcun titolo abilitativo od autorizzatorio”, e come la sua “natura parassitaria” sia l’unico nocumento all’intero settore del gioco. Sembrano “paroloni” abbastanza pesanti che, ancora una volta, fanno comprendere come “i tecnici” preposti a risolvere la “problematica” del mondo del gioco d’azzardo lecito, proprio…non capiscano più di tanto.
Una presenza nella filiera del gioco che sarà costretta “a sparire” (suo malgrado, ovviamente). Nella filiera del gioco, che i tecnici continuano a sottolineare essere troppo lunga ed onerosa, uno dei pochi che non ne esce con “le ossa rotte” è lo “scassettatore”, ossia colui che lavora per il concessionario, senza ovviamente essere il proprietario degli apparecchi da intrattenimento, che garantisce con il suo lavoro la continuità del sistema senza “rendita” alcuna, ma solo con la remunerazione per il proprio lavoro. Ed il gestore invece? Il gestore guadagna e guadagna… senza fine e senza titolo: dai discorsi dei vari tecnici si vuole cancellare una realtà imprenditoriale, si vuole negare il suo diritto al ricavo e, quindi, la sua dignità lavorativa. Quindi, dall’inizio del 2015, i gestori che sono stati gli artefici della rete distributiva attuale degli apparecchi da gioco lecito -e che hanno quindi un rapporto diretto con gli esercenti- dovranno decidere se lavorare senza ricavi, ma pur garantendo naturalmente allo Stato la continuità di raccolta, oppure attendere che la dignità imprenditoriale a cui hanno diritto sia “avvalorata” da qualcuno. Chissà se quel qualcuno li difenderà e li farà sopravvivere… speriamo!