Le riflessioni dei “benpensanti” ci devono assolutamente essere. Chissà cosa penseranno quei cittadini che di principio combattono il gioco legale dandogli sempre “addosso e criminalizzandolo” quando leggeranno gli “introiti” del circuito illegale del gioco d’azzardo: l’illegalità ha prodotto 23 miliardi di euro, senza pagare tassa acuna, mentre il gioco lecito ne ha prodotti “soltanto” 17,80 pagando ovviamente tasse “abbastanza salate” al nostro caro Erario e adempiendo a tutte quelle normative, leggi, leggine, orpelli, disposizioni comunali ai quali le attività di gioco legale “devono e vogliono” sottostare trovandosi a volte quasi nell’impossibilità di poter svolgere le proprie attività. Quindi, una vittoria abbastanza schiacciante quella del’illegalità che sta prendendo sempre più territorio costringendo le imprese regolari -ahimè- a chiudere e quindi a licenziare eventuali dipendenti presenti. Bene, perchè in un’Italia dove siamo tutti preoccupati sull’ “andazzo” social-economico ci mancava proprio questo dato per renderci felici: la coerenza e la logica, il perbenismo e l’amor proprio sbandierato con intransigenza nei confronti di tutto il mondo del gioco d’azzardo lecito ha “dato i suoi frutti” convogliando i giocatori verso sale da gioco illegali e siti senza autorizzazione alcuna… complimenti!
Che parte ha il gioco nel nostro “quotidiano”? A questo punto, realmente, come collocare il gioco nella vita quotidiana? E’ un’impresa ardua e complessa: viviamo in un’epoca dove tutti noi siamo “soggetti” a diverse dipendenze. Dalla politica, al cellulare, al gioco, alla religione. Tanti argomenti possono essere “giudicati” dipendenza: bisognerenne almeno distinguere il lecito dall’illecito e per quello che riguarda “la dipendenza dal gioco” dovremmo cercare di recuperare i 23 miliardi che il gioco illegale si mette in tasca in barba al fisco ed ai controlli di pubblica sicurezza oltre che sanitari. Le altre dipendenze ci porterebbero veramente un poco lontano e meriterebbero tanta attenzione e non certamente superficialità nell’affrontare dinamiche così rilevanti e pregnanti per la nostra vita quotidiana.