Per il gioco o si fa troppo poco… o si fa troppo. Dopo l’entrata in vigore della Legge di Stabilità, che ha portato parecchi interrogativi nel mondo del gioco d’azzardo, dovrebbe intervenire la Legge Delega nella quale è già prevista, peraltro, una revisione radicale della disciplina fiscale dei giochi: ci si domanda “ma che fretta c’era” di inserire anche nella Legge di Stabilità alcune manovre che “sembrano quasi” voler mettere in concorrenza l’illegale con il lecito? Che fretta c’era di introdurre una “tolleranza dichiarata” dei centri di raccolta di scommesse che operano senza alcuna autorizzazione ed anche per i cosiddetti totem, terminali di gioco assolutamente vietati nei pubblici esercizi? Che fretta c’era, in pratica, di “legalizzare” l’illegale e farlo uscire da quella specie di limbo in cui si trova da tempo? E sopratutto che fretta c’era considerando che non ci sarà alcun “tornaconto” per l’Erario?
Paradosso legislativo… che non farà bene a nessuno. Tra i “dettami” della Legge Delega e della Legge di Stabilità si concretizza in realtà una specie di autentico paradosso legislativo che, alla fine, non accontenterà nessuno ma che creerà ancora di più incertezza, insicurezza e precarietà nel mondo-gioco lecito. Oltre a questa incertezza che verrà a concretizzarsi, l’Erario non avrà neppure un introito ed un beneficio immediato: ma la politica del nostro Bel Paese è anche e sopratutto questo… l’incongruenza. Così come sembra oltremodo incongruente il fatto che il Governo-Stato “tolleri” che i vari Comuni emettano regolamenti e normative restrittive per quelle attività di gioco che sono “dipendenti” proprio dello Stato e da quest’ultimo “governate” e che vengono emesse sopratutto a causa di un’assoluta mancanza di presa di posizione da parte diretta dell’Esecutivo che “non vuole” o “non riesce” ad emettere normative nazionali riguardanti il mondo del gioco d’azzardo lecito. Cos’altro gli operatori del settore si possono aspettare?