Accordi convergenti. Si potrebbe azzardare che i nostri politici abbiano trovato una forma di collaborazionismo -o convergenza generale- su un argomento importantissimo quale un testo di legge sulla legalizzazione delle droghe leggere, facendo intendere ai più di avere raggiunto “una maturità politica” ed una presa di coscienza e di coraggio nell’affrontare un fenomeno che lo Stato, anche in questo caso come in quello del gioco d’azzardo, non ha saputo governare negli scorsi anni. Aver preso, quindi, “il toro per le corna” ed accordarsi su di un piano comune per le droghe leggere è indubbiamente un grosso passo in avanti: ma perchè tutta “questa maturità politica” non viene a galla anche per quanto riguarda il mondo del gioco d’azzardo? Avrebbe senz’altro un consenso sia politico che mediatico ed un rilievo importante agli occhi dell’opinione pubblica.
Principi uguali… ma risultati diversi. Forse si sta applicando alle droghe leggere lo stesso principio che ormai quindici anni fa aveva portato alla costituzione del comparto del gioco, affidato alle competenze del MEF e dei Monopoli di Stato: cioè governare un fenomeno di massa divenuto ingovernabile ed in mano esclusivamente alla criminalità. In molti, ai nostri giorni, continuano a chiedere al Governo l’eliminazione dell’offerta di gioco, ma la speranza è che questa “maturità politica”, estrinsecatasi nell‘iniziativa parlamentare sulla cannabis, si possa estendere a livello più generale -quindi compreso il comparto del gioco d’azzardo- con l’obbiettivo di arrivare anche nel gioco d’azzardo ad una normativa sostenibile sopratutto nell’interesse di tutti i cittadini. Questo perchè la Legge Delega non è solo un’occasione per “sistemare” tutto il mondo-gioco, settore così delicato ed anche importante per il nostro Paese, ma forse è anche l’ultima chance che viene concessa al Legislatore per disciplinare in modo corretto, definitivo, nazionale tutta la materia: si spera che la tanto annunciata Legge Delega diventi un “pensiero” ben articolato e non solo “parole” che lasciano… il tempo che trovano.