Lo Stato propone sanatoria per i Ctd e… loro ci vedono “un gran bel business”. Vogliamo esaminare qualche “piccola grana” che scenderà in capo al Governo con la sanatoria dei Ctd insieme agli introiti di qualche milione di euro per l’Erario. Tanti operatori hanno deciso di aderire alla proposta del Governo di “sanare” la loro posizione in quanto vi vedono la possibilità di inserire, nei loro esercizi “sanati”, slot machine e video lottery. É indubbiamente un’opportunità che fa gola a diversi concessionari italiani vista la dichiarata e grande difficoltà di aprire nuovi locali sul nostro territorio a causa ed in conseguenza delle leggi regionali che hanno notevolmente ristretto e modificato le opportunità di aperture di nuovi esercizi (mentre quelli già in attività devono sottostare a nuove regolamentazioni “capestro”).
Siamo sempre e comunque su di un’altalena pericolosamente “altalenante” per il gioco. Con la “sanatoria dei Ctd”, questi esercizi non dovrebbero risultare “nuovi” punti e, quindi, nuove aperture essendo attività preesistenti ed operanti e, di conseguenza, immuni dai divieti: ma questo dovrebbe provocare un nuovo oggetto di contenzioso tra industria del gioco ed enti locali, come se già non ve ne fossero abbastanza! Il Governo si troverà di fronte a dover risolvere -velocissimamente- un complicato rebus etico che proprio lui stesso ha creato. Da un lato ha promesso e proclamato ai quattro venti, una netta riduzione del mercato degli apparecchi da intrattenimento e dall’altro ammette la possibilità di nuove installazioni includendo nuove tipologie di locali (vedi sopratutto i Ctd). Questo, sarà un terzo enorme contenzioso che si accoderà a quelli già depositati dagli operatori delle new slot per i 500 milioni famosissimi della Legge di Stabilità, e dal bookmaker Stanleybet contro la sanatoria. Che dire, stabilità del settore ad opera dello Stato? No, sembrerebbe proprio di no. Legge di Stabilità? Stabilità di nome e non certo di fatto… almeno così come è stata concepita.