La razionalità e la coscienza per affrontare il settore del gioco. Ormai il “ tempo delle chiacchiere” sta venendo meno:i dati che emergono sul gioco -peraltro rilasciati dalla Guardia di Finanza- rappresentano quello che il gioco legale è arrivato ad essere nell’ultimo biennio. Non vi è dubbio che il gioco è divenuto un settore importante ed è arrivato il momento di affrontarlo -una volta per tutte- in modo assolutamente serio e razionale. E non vi è neppure il dubbio che una buona parte delle situazioni che si sono create sui territorio derivino da una poco attenta valutazione ed attenzione sulle conseguenze che il divulgarsi dell’offerta di gioco avrebbe potuto causare.
In pratica il “gioco è sfuggito di mano” e non si è potuto mai concretizzare, in pratica, un coordinamento nazionale ed un dettagliato confronto messo sempre a disposizione degli operatori della filiera del gioco.Il “tempo delle chiacchiere” è proprio finito. E’ sempre più significativo che la carenza di gioco in alcune regioni non significa che i cittadini di quei territori non giochino e quindi siano “uomini e donne probi”, ma che invece si rivolgono al gioco illegale che continua ad approfittare delle carenze del nostro Stato per insinuarsi pericolosamente sul territorio prendendo sempre più piede e rendendo sempre meno sicuro e tutelato il gioco dei consumatori. La presa di coscienza di questa “ingombrante” presenza va assolutamente indirizzata verso una regolarizzazione, razionalizzazione ed ordinamento del settore con urgenza, sperando che la Delega Fiscale venga approvata a breve poiché sarebbe senz’altro un notevole passo avanti che convoglierebbe ad un tavolo di coordinamento tra Stato e Regioni assolutamente urgente e necessario. Ormai non si deve e non si può più tergiversare sulla “sistemazione” di questo settore, smettendo di colpevolizzare tutti coloro che vi appartengono: bisognerebbe che i nostri politici la smettessero di salvaguardare solo ed unicamente i loro interessi e di “fare sempre e comunque” una campagna elettorale.