Da uno studio pubblicato sulla rivista Psychopathology emerge che esistono diversi tipi di gioco d’azzardo e che non tutti i giocatori patologici corrispondono al medesimo profilo psicologico, facendo emergere l’esigenza di interventi personalizzati.
Nella ricerca condotta presso la Sackler Faculty of Medicine dell’università di Tel Aviv sono state studiate le scommesse sportive un gioco in cui i player ritengono di potersi basare sull’esperienza delle statistiche e sulla conoscenza approfondita dello sport, per poter effettuare puntate vincenti, a differenza di altri tipi di giocate.
Per lo studio i ricercatori hanno reclutato 3 gruppi di partecipanti: giocatori professionisti di scommesse di calcio, tifosi di calcio che non avevano mai scommesso e persone che non giocavano alle scommesse e non avevano nessuna conoscenza calcistica. A tutti i partecipanti è stato chiesto di puntare sul risultato finale di una competizione europea.
Dai risultati è emerso che né l’esperienza né la conoscenza calcistica sono state utili per fare puntate vincenti, tanto che casualmente i giocatori che hanno vinto maggiormente, sono risultati appartenere al gruppo degli inesperti. Dallo studio, emerge che il senso di potere e di controllo che spinge i giocatori a puntare regolarmente somme sempre più alte risulterebbe quindi essere, a tutti gli effetti, puramente illusorio.
Secondo gli autori, i giocatori d’azzardo dei casinò sono più propriamente caratterizzati da tratti compulsivi rispetto a chi punta sugli esiti sportivi. Chi fa scommesse sportive gioca pensando di poter controllare il risultato e presenta pertanto un profilo psicologico peculiare che necessita di una diversa terapia rispetto ai giocatori da casinò.