No slot = forte incentivo? No grazie. Gli incentivi per gli esercenti che decidessero di eliminare o non inserire nella propria attività apparecchiature da divertimento (le famigerate “slot machine”) sono stati sbandierati, pubblicizzati ed enfatizzati dalle varie Amministrazioni comunali, ma in realtà ed effettivamente in cosa consistono? Gli esercenti possono essere soddisfatti di non inserire le slot nel loro bilancio annuale? Il “non gioco” vale la “candela”? Da un’indagine rapida risulta che tali “grossi incentivi” -così posti come “forte aiuto” per gli esercenti che decidessero di eliminare il comparto del gioco e di guadagno per l’attivitàcommerciale- si qualificano in circa 180-200 euro l’anno!! E ciò facendo una proporzione su di un esercizio commerciale di medie dimensioni, quindi con un fatturato di circa 100mila euro l’anno: certo non è una grande cifra come incentivo, o quanto meno non suona così in modo “roboante” come è stato annunciato anche perchè all’esercente le slot portano un guadagno mensile di circa 200 euro! Quindi, “tanto rumore per nulla” si potrebbe dire, tanta enfasi e poco realismo.
Incentivo al “no slot”: cosa realmente significa? Si vuole invece recepire ciò che questi “incentivi” vorrebbero forse dire: rappresentano un segnale per disincentivare il gioco patologico, ma certamente non incidono sul bilancio di un’impresa. A volte gli esercenti si trovano ad inserire le apparecchiature da gioco per attirare clientela e per combattere l’eccessiva proliferazione dei bar che ha portato la competitività tra esercizi a livelli inverosimili: il gioco ed il divertimento sono elementi di forte impatto per i pubblici esercizi e non ci si sente di giudicare chi inserisce “le macchinette” nella propria attività per “restare a galla”… Dall’entità degli sgravi si può intendere che il risparmio è veramente limitato ed ogni esercizio deve valutare la propria… sopravvivenza, anche se si ritiene che l’iniziativa, anche se minima, possa rappresentare un provvedimento “interessante”… ma solo per il “sociale”.