Educare o sopprimere. Non si sa più veramente da che parte guardare per “evitarci” esternazioni più o meno politicizzate sul mondo del gioco d’azzardo. Ormai da più parti e sempre più insistentemente si levano scudi contro il gioco di ogni genere -quello legale però perchè dell’ “altro” non si fa quasi mai menzione- al fine di farlo definitivamente scomparire. Questo avviene adducendo che si agisce a salvaguardia dei nostri giovani, dei cittadini e del territorio. Convincere i nostri ragazzi che il gioco “è male” e non “si deve fare” sta diventando il motivo principale per qualsiasi tipo di iniziativa: i giovani “devono” percepire questo per il “loro bene”. Ora se questa fosse la formula magica per spiegare cosa è “buono” e cosa “non lo è” avrei raggiunto una serenità interiore tale da non far più aggiungere parola alcuna: ma non è così. In caso contrario se credessi che la soluzione al “problema” del gioco fosse la sua soppressione onde evitare che i giovani ne vengano a contatto, forse me ne farei una ragione: ma non è così. Ticket redemption.
Credo che, fatte le dovute spiegazioni e prese di coscienza, non si possa negare il fenomeno del gioco legale, come non si può negare la presenza nelle nostre vite delle sigarette, altra argomentazione che ha fatto tanto discutere… senza trovare soluzioni valide. E allora perchè voler eliminare le ticket redemption che sono lo strumento per far avvicinare al gioco, con coscienza, i giovani quando passano il tempo libero con la famiglia nei FEC (Family Entertainment center) o nei bowling? L’esperienza fatta assieme ai genitori farebbe comprendere ai ragazzi che il gioco è e deve essere uno strumento di divertimento, solo ed unico divertimento. Non è e non deve essere lo scopo per rincorrere un colpo di fortuna che porti la vita ad una “svolta” decisiva, questo proprio no.