Fini elettorali o sincero moralismo. Sta sopraggiungendo il dubbio che tutte le iniziative contro il gioco lecito, da qualunque partito arrivino, abbiano quasi un solo fine: quello di arrivare ai cittadini schierandosi dalla loro parte -o almeno dalla parte di coloro che si ergono a moralisti e benpensanti- per accattivarsi il loro voto in previsione di future e vicine elezioni! Sarebbe veramente grave che questo “malcostume politico” avesse solo -o quasi- questo traguardo e non tenesse conto dell’impatto negativo che al comparto del gioco, nel suo complesso, questo atteggiamento potrebbe far derivare: ormai il settore sembra in ginocchio e se non arriveranno veramente “seri dettami” da parte del nostro Governo, si può dire che tante famiglie, che gravitano attorno e nel settore del gioco, rimarranno senza stipendio.
Le “vere intenzioni” del Governo. Mentre il Governo continua a prendere tempo, i territori continuano l’operazione dissacrante contro il gioco ed anche se la delega concessa dal Parlamento pone sul tavolo dell’Esecutivo un ricettacolo di soluzioni e cambiamenti da percorrere per il risanamento e la razionalizzazione del comparto, non si conoscono ancora le “vere” intenzioni del Premier Renzi e del nuovo leader dell’Economia nel gestire una materia così “scottante”. Quello che certamente servirà sarà coraggio e determinazione, insieme ad una buona dose di pragmatismo per affrontare una questione così delicata in modo adeguato e nel tradurre finalmente in azione quelle indicazioni già studiate dalla Camera che sembra aver intravisto, in qualche modo, una prospettiva di sostenibilità per il settore. Indubbiamente, se siamo sinceramente onesti, il gioco pubblico non è l’unico e solo problema di questo Paese e nessuno vorrebbe che il Premier, in un momento così delicato, pensasse solo e principalmente a questo settore: ma il rischio reale è che il gioco venga dimenticato del tutto, e relegato ancora una volta ad un qualche minimo intervento di urgenza.