Continua l’escalation dell’e-commerce in Italia. La crescita dell’8% è però ancora molto limitata se si considera che mercati come quello britannico, che vale dieci volte tanto, continuano ad avere crescite simili alle nostre e che il mercato mondiale dell’e-commerce galoppa con una crescita prevista per quest’anno del 20,9% che lo farà arrivare a 1.600 miliardi di dollari entro la fine del 2015. A dirlo è l’ultimo rapporto di Casaleggio Associati su un campione di circa 3 mila aziende attive nei dieci comparti merceologici considerati da dieci anni a questa parte: alimentare, assicurazioni, casa e arredamento, centri commerciali on line, editoria, elettronica, moda, salute e bellezza, turismo e tempo libero.
Il valore del fatturato dall’e-commerce è stimato in 24,2 miliardi di Euro nel 2014, con una crescita complessiva dell’8% rispetto al 2013. Il trend è quindi ancora positivo, confermando che il mercato dell’e-commerce è ancora uno dei pochi a crescere in un’economia generale stagnante. Sono le aziende che hanno investito maggiormente ad essere cresciute di più, un fenomeno legato spesso ad aziende estere posizionate sul mercato italiano Questi ricavi, infatti, finiscono sempre più spesso nelle casse dei colossi multinazionali che si stanno posizionando sul nostro mercato e che stanno trasformando in straniero l’e-commerce italiano.
Nella distribuzione del fatturato continuano a dominare i due settori più maturi, tempo libero e turismo. Il tempo libero, tuttavia, subisce una leggera contrazione in termini percentuali nonostante una leggera crescita della spesa nel gioco on line, dovuta alla ridistribuzione dei tipi di gioco, che ha penalizzato il montante delle somme rigiocate. Il settore con più alta crescita è quello dei centri commerciali on line (marketplace), come Amazon ed ebay, che aumenta del 55% il proprio fatturato, seguito dalla moda (+30%) che però ha un fatturato ancora limitato rispetto alle sue potenzialità viste oltre confine. L’affermarsi dei marketplace continua a erodere il fatturato degli altri operatori soprattutto nei settori dell’elettronica di consumo (-4%) e dell’editoria, che tuttavia continua a crescere grazie al nuovo mercato digitale (+5%).
Grazie al grande sviluppo del gambling, con un’incidenza del 44%, proprio il tempo libero rappresenta quasi la metà del mercato considerato (49%), con il gioco d’azzardo on line che ha finito per ritagliarsi la quasi totalità dello spazio di questo settore. Si parla dunque di quasi 12 miliardi di euro in termini di valore al cui interno la spesa iniziale per i giochi d’azzardo si aggira intorno al 3%, mentre le somme rigiocate sfiorano il 41% dell’intera percentuale ascritta a questo specifico segmento.
Sul fronte della domanda, lo studio ha rilevato che nell’ultimo anno gli italiani sopra i 14 anni che hanno acquistato on line per uso privato sono stati il 34,1%, con una crescita di coloro che hanno acquistato articoli per la casa (+5,1%), abiti e articoli sportivi (+3,8%).
Guardando, infine, all’andamento dell’e-commerce in Europa, lo studio rileva come questo comparto continui a crescere su binari diversi: l’Italia vale circa un decimo dell’e-commerce britannico e tuttavia ha una crescita percentuale simile, il che vuol dire che in termini assoluti l’Italia rimane sempre più staccata dal resto dell’Europa. A livello geografico, gli oltre 700 mila negozi di e-commerce europei sono operativi soprattutto in Gran Bretagna, Germania e Francia e stanno oggi utilizzando le loro economie di scala per entrare negli altri mercati europei come il nostro. La Gran Bretagna è apripista mondiale per il peso del commercio elettronico sulla vendita al dettaglio complessiva, con il 13% nel 2014 e il 14,4% quest’anno, precedendo Cina (12%) e Norvegia (10,7%). Interessante da notare è che i principali attori inglesi sono dei marketplace e i primi tre (Amazon, Tesco, ebay), da soli, rappresentano circa un terzo del mercato, un trend che probabilmente si consoliderà anche negli altri Paesi.