Quanti termini negativi per il gioco. Il gioco “è abolibile”, dannoso, pericoloso, porta dipendenza, è senza ritorno: si è sentito di tutto e di più relativamente al gioco legale ed ora che siamo quasi arrivati ad una “sorta di riforma” si devono fare i conti -sempre- con coloro che lo hanno sempre avversato senza conoscerne i “retroscena economici” ed anche quelli “sanitari, ma veri”, quelli però che non arrivano ai cittadini, ma che invece le Autorità conoscono molto bene. Prima di tutto si deve chiarire che il mondo del gioco d’azzardo ha portato al nostro Erario cifre “inverosimili” che hanno evitato di mettere “ulteriormente le mani in tasca agli italiani”, poi si deve sottolineare che il gioco è divertimento e che ognuno -si pensa- debba essere libero di gestire il proprio tempo come desidera e come crede.
I dati sulla ludopatia sono reali o “fanno comodo”? Nella massa di persona che giocano -e che hanno sempre giocato magari anche in modo illegale e quindi molto più pericoloso- vi saranno persone “particolarmente sensibili ed influenzabili” che sono state coinvolte, purtroppo, nel disagio della ludopatia, ma che si sarebbero forse fatte coinvolgere da altri disagi come l’alcool o la droga e quindi da considerare individui cosiddetti “a rischio”. Molti preferiscono affermare che i giocatori problematici sono milioni e quindi non gestibili e incurabili, ma non è così: se ci si rivolgesse ai SerD ed alle Ausl si avrebbero i dati certi, mentre certi sono i dati che si riferiscono al mondo del gioco relativamente al giro d’affari ed al numero di risorse umane impiegate: sono 200mila gli addetti al settore che ha dato tanto, può ancora dare ma deve essere anche rispettato dal sociale per quello che dà e per quello che investe nelle proprie attività. Non si dovrebbe sprecare altro tempo a combatterlo… bisognerebbe invece divertirsi con questo mondo.