Tutti avremmo bisogno di fiducia… anche il mondo del gioco. Gli italiani, ed il suo Esecutivo, avevano proprio bisogno di una piccola “iniezione” di fiducia. Il sapere, quindi, che l’andamento delle nostre industrie -in quanto a fiducia nel prossimo futuro- è salito a 103 punti rispetto ai 97,5 di febbraio riempie di gioia il cuore poiché questi dati coinvolgono tutti i principali settori: dalla manifattura, alle costruzioni, ai servizi, al commercio al dettaglio. Questo, ahimè, però non si può certo dire per quanto riguarda il comparto del gioco pubblico: lì non c’è tanto entusiasmo e tanta fiducia, purtroppo. Le sue imprese, che costituiscono l’economia nazionale, non registrano aumenti di fatturato e nemmeno esiste la previsione di averne, quindi, la fiducia certamente non esiste, ma non per la situazione economica attuale, quanto per via di una instabilità normativa e di alcuni scenari che si delineeranno con la Delega Fiscale alla quale tutto il settore, invece, aveva guardato con estremo interesse e tanta speranza.
La tanto declamata ristrutturazione del gioco avrà un “prezzo”? Il prezzo da pagare per il prospettato riassetto del comparto del gioco potrebbe essere troppo alto, almeno per una parte della filiera, quindi oltre alla tensione che in essa si respira, l’ottimismo per i risultati positivi sta per diventare veramente un’utopia ed una chimera… figuriamoci poi avere fiducia nelle politiche economiche che si adotteranno da parte dell’Esecutivo! Nel frattempo, questa settimana si attendono importanti decisioni da parte del Tar di Roma, chiamato a decidere sulla “pioggia” di ricorsi presentati dagli operatori contro la Legge di Stabilità e sul famoso prelievo di 500 milioni di euro, e dal Tribunale Civile di Bologna che attirerà l’attenzione sui traffici di slot machine illegali. Speriamo che l’inizio del mese di aprile non prepari per tutto il mondo-gioco… un “bel pesce” che nessuno degli “addetti” certamente vorrà mangiare!