Da un lato il gioco online è entrato prepotentemente nelle “nostre vite”, o quanto meno in quelle dei giocatori che cercano costantemente nuove sensazioni ed emozioni con il gioco d’azzardo, ha preso il suo spazio “combattendo” con il gioco “terrestre”, dall’altro a causa della profonda crisi economica che tocca il nostro Paese da lungo tempo, entrambi hanno subito una flessione che risale appunto al fatto che tutti hanno dovuto -gioco forza- stringere la cintura per risparmiare il più possibile… quindi, anche il gioco ha dovuto seguire tutte le ristrettezze delle altre “spese superflue”. Fatta questa premesa, che ormai sta diventando obsoleta, si deve pensare che il domani del gioco online, e quindi il suo futuro, è da farsi concretizzare nell’apertura del mercato europeo che, però, al momento è ancora un’impresa “ardua e difficile”.
Certamente, il mondo del gioco online, nonostante tutto quello che si è detto e che ancora si dice sui relativi “guadagni”, è allarmato: le industrie, gli operatori, le risorse che vi operano e persino l’Agenzia dei Monopoli, tutti si sono resi conto che il gioco online non è affatto in crescita -come su vuol far credere ai cittadini- ma ultimamente ha perso quasi il 30% rispetto al “suo periodo d’oro” che aveva fatto intendere che lì ci sarebbe stato spazio per “rinvigorire” l’intero settore. Quindi, il presente del gioco online è pieno di difficoltà: c’è la crisi e, naturalmente, si gioca di meno. Anche se “mal comune, mezzo gaudio” non alletta certamente sapere che tutta l’Europa è in queste condizioni: il gioco che ha risentito maggiormente dela crisi è il poker, quel gioco che invece avrebbe dovuto “trainare” anche gli altri giochi, ma anche il bingo e le scommesse andrebbero “rivisitati” per aggiornarsi e diventare più “moderni”.
L’Agenzia dei Monopoli sottolinea che la spesa è calata proprio nella fascia dei giocatori più “portati all’online” quella tra i 20 ed i 30 anni: la crisi si fa sentire, la disoccupazione è ai massimi livelli ed è quindi normale che il gambling passi in secondo piano. Se un individuo non ha quattrini per “arrivare a fine mese” è chiaro che quello che ha lo spenda in cose diverse dal gioco. A meno che non soffra di ludopatia, ma quella è un’altra cosa: chi ha questo disagio… purtroppo gioca comunque e dovunque, anche nell’illegale. In aggiunta a questo, si deve anche valutare quanto negativamente abbia inciso sul mercato online l’inserimento dei giochi nei social che, come tanti sanno, sono “terreno fertile” dove spazia la vita di tantissimi giovani. I giochi sono estremamente simili a quelli che si trovano online e quindi… il “gioco è fatto”.
Il domani dell’online, e quindi il suo futuro, è da concretizzarsi con la “liquidità condivisa” argomento di cui si sente parlare già da un pò: Francia e Danimarca sarebbero anche interessati ad unirsi all’Italia permettendo così di allargare il bacino di utenza, allargare la gamma dei giochi, sperimentarne di altri. Indubbiamente sarebbe una mossa strategica per alcuni giochi che soffrono di questo momento particolare di crisi e di restrizione dei confini: è un’impresa difficile, ma certamente non impossibile e questo è in ogni caso il futuro dei giochi online.
