I politici nostrani non perdono proprio alcuna occasione di rammentarci i rischi che corriamo con il gioco elettronico, ma si dimenticano che le stime fanno vedere come la spesa per questo reparto rappresenti solo il 5%- se non addirittura meno- di quella complessiva collegata all’industria.
E’ vero si scommette molto in rete, ma ancora di più nei bar e nelle ricevitorie. Quindi perché avercela sempre con l’online e non concentrarsi maggiormente su queste location del vero e proprio gambling? Il pericolo della dipendenza starebbe quindi secondo voi nei siti di casinò virtuali?
E’ anche vero che la percentuale non ha calcolato i siti senza concessione ma anche con questi non si arriverebbe nemmeno ad uguagliare i dati per il gioco dal vivo. Fa strano come gli apparecchi di intrattenimento non vanno nemmeno considerati mentre l’online fa sempre la figura dello zimbello.